[Rosanna.delorenzo]

Mi chiamo Rosanna.  Sono fiera di appartenere alla Basilicata profonda, interna, agricola e pastorale, selvaggia.  Fiera di appartenere ad un contesto un tempo stigmatizzato e oggi osannato. Abito in una piccola frazione, Valerie, nel comune di S. Severino Lucano. Il suo nome vuol dire l’aria “vale”,  in effetti ho il privilegio di vivere in un polmone verde di boschi di cerri all’interno dei quali camminare  può davvero avere un effetto catartico. Adoro camminare nei boschi, specialmente in autunno e in inverno. Non sono nata qui ma qui sono nati i miei genitori e i miei nonni e qui tornavo ogni estate con la mia famiglia. Sempre forte è rimasto il legame con questo luogo che mi sono portato nel cuore anche negli anni in cui mi sono allontanata dalla Basilicata.  Come ogni lucano che si rispetti, sono stata perseguitata dal demone dell’insoddisfazione, per dirla con Sinisgalli, ma alla fine è stato qui che ho trovato il senso profondo dell’esistere, ho sperimentare il silenzio, la lentezza, percepito il ritmo delle stagioni, vissuto il tempo lungo.  E poi vuoi mettere il piacere di aprire la porta di casa  la mattina e trovarti di fronte le vette maestose dell’Appennino lucano o l’incanto dei tramonti dai colori indefinibili o l’azzurro del cielo in autunno o il verde dei prati in primavera o le forme stravaganti delle nuvole. Qui davvero si realizza l’armonia perfetta tra l’essere umano e la natura, sovrana, amata e rispettata. Mi piacerebbe che si potessero conoscere anche queste piccole realtà, piccole in termini di numeri ma non certamente per il patrimonio valoriale e la ricchezza dei paesaggi. Mi piacerebbe che da queste parti venissero  più  viaggiatori che turisti, persone cioè che vivessero nel luogo di destinazione del proprio viaggio un’esperienza completa, un’immersione totale nella vita della comunità, sentendosene parte.

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